SOCIETÀ/STORIA
SOCIETÀ/STORIA
La figura professionale del Medico di Comunità trova origine all'interno di una serie di incontri organizzati nella seconda metà degli anni ’70 dall'Associazione Nazionale Medici Condotti (ANMC) in cui ci si interrogava su quale ruolo dovesse assumere il medico del territorio all'interno del nascente Servizio Sanitario Nazionale (istituito con la legge 833/1978).
L’idea alla base del Medico di Comunità nasce dall'esigenza di creare un nuovo profilo professionale per l'assistenza primaria in grado di dare risposta ai bisogni sanitari della popolazione in un mutato contesto socio-culturale, tenendo conto degli aspetti medici ma anche psicologici e sociali insiti nella definizione di salute coniata dall'OMS.
Nel 1982 il profilo del Medico di Comunità viene presentato all'ultimo congresso dei medici condotti ad Acireale: un medico “che nella sua attività professionale sapesse adottare una visione globale dei problemi dei suoi assistiti e tenesse conto che le persone da lui assistite fanno sempre parte in qualche modo di una famiglia - la comunità base - ma che, nello stesso tempo, le stesse persone nella società moderna fanno parte anche di altre comunità (…) con ognuna delle quali egli interagisce e ne subisce le influenze, dalle quali dipende in parte la sua salute, globalmente considerata”.
Nel 1996 partendo dal profillo presentato ad Acireale nel 1982 alcuni illuminati attivisti, tra cui il Professor Paccagnella, portarono l'assistenza sanitaria all'interno dell'Università istituendo l’attuale scuola di specializzazione in Medicina di Comunità. L'obiettivo era quello di formare una figura professionale per il territorio del tutto peculiare ma di fondamentale importanza per il suo approccio olistico.
Tuttavia, la scarsa lungimiranza della classe politica dell’epoca, unita a forti resistenze corporativistiche di una certa corrente medica, hanno per anni ostacolato l’affermazione di questa innovativa figura professionale impedendo il pieno sviluppo professionale degli specialisti che da quel percorso si sono formati e limitando il numero di borse di specializzazione bandite a poche unità per diversi anni.